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Non c’è moderazione nei social network, Youtube, Facebook…

di Dario L.

Chi è responsabile delle moderazione dei commenti sui social network? Chi protegge i minori?

La risposta è semplice, se l’autore del contenuto non è in grado di moderarsi tocca al gestore. Chi gestisce un profilo o una pagina sul social più famoso del momento, Facebook, automaticamente detiene il controllo dei filtri ai commenti. Può eliminarli ed escludere gli utenti più aggressivi e offensivi. Idem per Youtube, il proprietario del canale gestisce i commenti sotto ai video da egli caricati e anche gli utenti che possono accedervi. Allora, come mai si leggono termini immorali, sproloqui che offendono razze, credi, orientamenti politici, religiosi e sessuali sotto al 50% dei video senza che nessuno interviene? Perché il Big boss G. padrone del tubo non è così accorto da isolare immediatamente i facinorosi e i gestori inadempienti di canali che infrangono il regolamento? Direttamente dalle norme di YT:

Noi incoraggiamo la libertà di parola e difendiamo il diritto di ognuno di esprimere i propri punti di vista, anche se mal graditi. Tuttavia è vietato l’incitamento all’odio (linguaggio che attacchi o umili un gruppo in base a razza o origine etnica, religione, disabilità/invalidità, sesso, età, condizione sociale o orientamento sessuale/identità di genere).

E sempre continuando:

Potrebbe non piacerti tutto ciò che vedi. Parte del contenuto trattato in questa sede potrebbe risultare offensivo—se credi che violi i nostri termini e condizioni d’utilizzo, fai clic su “Segnala” al di sotto del video che stai guardando, per sottoporlo a revisione dallo staff di YouTube. Se non lo è, allora fai clic su qualcos’altro. Perché sprecare il tempo per guardare video che non ti piacciono?

Pollice verso (dislike) e ribadirlo con un “Non mi piace” non è sufficiente per molti. Su internet ci sono persone, in tutto il pianeta e che parlano ciascuna la propria lingua, che hanno l’insulto facile e proprio non possono evitare di scrivere il proprio pensiero nella maniera peggiore possibile. E se il  gestore del canale non ha interesse a cancellare e moderare o magari neppure capisce ciò che è stato scritto perché non nella sua lingua, chi protegge coloro che non vogliono leggere quei commenti? Nessuno. Almeno finché una caterva di segnalazioni non arrivi a bussare ai piani alti.

La libertà di parola è importante ma lo è anche l’educazione. Se tutti si sentono liberi di offendere con tale facilità restando impuniti, cosa ci ritroveremo in futuro nella vita sociale reale? Magari ti capita di incontrare uno che ti chiama st*onzo per strada perché hai indossato un paio di scarpe che non gli piacciono.

Una notizia di pochi mesi fa dice che G. sta lavorando ad una versione di Youtube per bambini sotto i 10 anni. Ma come si può proteggere un minore se l’unica arma di difesa da contenuto inadeguato sono le segnalazioni di altri utenti? Seppur il sistema è più veloce ad eliminare video che infrangono il regolamento i commenti restano un punto morto da sempre.

Più di un milione di visite ogni ora, Youtube è un servizio utilissimo a tutti, come Wikipedia, sono reperibili video anche storici e di notevole interesse culturale, guide informatiche, culinarie, educative, curiosità oltre che video di gusto musicale e cinematografico. Ma voi sareste tranquilli a mettere i vostri bambini davanti a un tale prodotto? Anche con il filtro genitori in Safety Mode?

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Pietro
3 Maggio 2014 14:08

Si dà il dito e si prendono tutta la mano. Classico esempio è Youtube, sì dà libertà di parola e il peggio del mondo comincia ad usarlo come valvola di sfogo. Oppure ancora si cerca di stupire e accalappiarsi “Mi piace” condividendo video ai limiti della decenza umana. Un po’ di moderazione magari per non precipitare nel buio nero della diseducazione non guasterebbe.